San Mauro 2002





Le Maistaa

Immagini sacre nel tempo
(secoli XVIII - XIX - XX)

L’esposizione permette di ammirare numerosi esemplari dei cosidetti “santini”, dal 1600 ai giorni nostri. L’appassionato Giovanni Motta cerca e seleziona da tempo con grande competenza il prezioso materiale in modo da conferire alla raccolta indubbio valore artistico e storico.

Si ha modo così, grazie alle esaurienti didascalie integrate dalle dirette spiegazioni del curatore, di gustare la bellezza e di comprendere il significato religioso, semplice ma profondo, delle raffigurazioni più care ai fedeli.

L’immaginetta, nata a partire dal XIV secolo ed intensamente diffusa nei secoli seguenti, in particolare dai Gesuiti, è ancor oggi gelosamente custodita da molte persone come segno di devozione ad un santo o come ricordo di una particolare esperienza spirituale.

Espressione di eleganza femminile dal 1925 ad oggi

Nella mostra viene proposto uno scorcio di finezza e garbo che ha caratterizzato l’eleganza femminile dall’anno 1925 ai giorni nostri.

In particolari occasioni, in luoghi di classe, a contatto con persone di riguardo, si usava, e si usa ancora, vestire l’abito di circostanza.

Lungi dall’ostentare ricercatezze esagerate ciò che si indossa deve esprimere quella naturale eleganza che dà risalto alla persona e la mette a suo agio nell’atmosfera che la circonda.

Parte non trascurabile di questa ricerca, che corona e completa l’eleganza di un abito è proprio il cappello. Nelle diverse epoche ha assunto forme particolari e contorni a volte estrosi, atti a manifestare temperamento e carattere della persona che lo portava.

Cappelli femminili ed altre garbate rifiniture sono raccolti in questa mostra tutta da rimirare.

L'intarsio

L’intarsio (o tarsìa) è un procedimento decorativo che si realizza fissando su supporti di legno piani, sottili lamine di legni pregiati diversi, adoperate al naturale, annerite con ferro rovente, tinte con bollitura oppure trattate con appositi colori.

Le diverse lamine in legno vengono disposte seguendo un preesistente disegno, effettuato su cartone, che riporta già le indicazioni degli effetti cromatici e chiaroscurali che l’opera finita deve avere.

Questa arte fiorì in Italia fra il XIV e XVI secolo ed ebbe il suo momento aureo e la sua ragione di tecnica d’arte nella seconda metà del XV secolo. Siena e poi Firenze ebbero il primato in questa arte e furono le sedi di valenti intarsiatori che operarono anche in altre città sulla base di cartoni e disegni eseguiti da artisti diversi, realizzando con abile maestria opere di pregio: capolavoro di quest’arte è lo “studiolo” di Federico da Montefeltro nel Palazzo Ducale di Urbino.

Ottime opere si trovano anche nell’Italia settentrionale, come a Modena (Duomo), Padova (Basilica del Santo), Pavia (Certosa), Venezia (S. Marco) e Bergamo (S. Maria Maggiore).

Diversi sviluppi ebbe l’intarsio anche in Francia nei secoli XVII e XVIII. Queste opere sono note per la varietà ed il fasto dei materiali adoperati (legni pregiati, avorio, madreperla, tartaruga); l’influenza sugli intarsiatori italiani portò alla realizzazione di motivi a girali, fiori e conchiglie che incorniciano scene figurative racchiuse entro filettature d’argento e metallo dorato (mobili al palazzo Reale di Torino ed al Quirinale).